Limamo

"Limamo" è il terzo disco prodotto dagli Alla Bua nel 2004.
Il cd è composto da quindici tracce, tra cui particolarmente notevole è sicuramente l'omaggio che il gruppo fa a Fabrizio De Andrè tramite la canzone " Dolcenera".
La tradizione è molto poco cantata, spessissimo difatti vi sono testi tradizionali con musiche nuove concepite prevalentemente da Pierpaolo Sicuro, flautista del gruppo fino al 2010.
L'inizio è un breve motto recitato da Gigi Toma dopo tre colpi di piatti di Luca Rizzello (che all'epoca si occupava di suonare il violino negli Alla Bua).
Subito dopo si ha il primo esempio di tradizione rielaborata con "'A muntagna", pizzica travolgente dove sia Gigi che Irene Toma (ormai entrata stabilmente nel gruppo sia come cantante che come ballerina) cantano bellissime strofe romantiche di varia provenienza.
'"A caddhrina" continua questa track list, un caso di "travaso di repertorio dal cosiddetto "folk leccese" alla pizzica, in quanto il brano fu interpretato negli anni Settanta da Cesare Monte, uno dei maggiori esponenti di questa musica.
Andando avanti si trova "Jeu partu", commovente lettera di un parente che parte lontano dalla Puglia. Il brano ha movenze quasi brasiliane, ma sono ottenute in maniera molto naturale, con un uso leggero delle moderne tecniche tamburellistiche.
Notevole è anche la tarantella "Alle messi", che racconta i rituali connessi alla raccolta del grano. Il brano potrebbe far pensare ad un misto tra una pizzica lenta e una tarantella del gargano.
Bellissima è anche la strumentale "A punente", pizzica veloce sulla quale però si stagliano gli strumenti melodici (fisarmonica, flauto e violino) con una melodia quasi eterea.
Curiosissima è poi "'A furesta", esempio di cabaret alla salentina, in quanto il gruppo si lascia andare a conversazioni in dialetto estemporanee.
L'altro esempio di tradizione reinterpretata filologicamente è "Quant'ave", che viene cantata da Fiore Maggiulli sulla tipica melodia di pizzica che da qualche anno a questa parte contraddistingue come nessuna questo testo di tristezza per un amore finito solo da una parte.
Potrà poi risultare molto curiosa e gradevole "Turmentu te luna", che recupera degli stornelli di tematica romantica raccolti tra gli altri da Brizio Montinaro nella seconda metà degli anni Settanta. Particolaremnte riuscito è l'amalgama tra flauto, violino e il pianoforte ospite di Antonio Reho (collaboratore del gruppo alla fisarmonica nel cd precedente).
Curiose sono le ultime tre tracce, che potrebbero costituirne una sola. Prima si ascolta una pizzica di sdegno nei confronti di una donna che ha tradito il protagonista del brano, poi si ascolta un breve assolo di chitarra elettrica che ha intenti dileggiatori di chi utilizza questo strumento nella musica popolare, dagli Alla Bua non ritenuto compatibile con essa.
Il finale è riservato ad una bellissima pizzica che raccoglie stornelli di varia provenienza, la cui conclusione è un dialogo serrato tra fisarmonica flauto e violino, nel più puro stile Alla Bua.
Per chi volesse conoscere meglio l'album consiglio una navigata su www.allabua.com o www.myspace.com/allabua.