"Crita" è il quarto album degli Officina Zoè, secondo disco dedicato dal gruppo alla riproposta di brani della tradizione, dopo il classico "Terra" del 1997.
L'album è il primo prodotto dagli Zoè per la Polosud di Napoli, con Carlo Gentiletti come tecnico del suono.
Il disco prescinde dalle fonti pubblicate negli anni Settanta, eccezion fatta per il "Fior di tutti i fiori" che viene ripreso in maniera molto personale, "strappando" al brano la sua anima di stornello, dalle registrazioni di Brizio Montinaro, nonché per "Tambureddu meu", brano che riprende lo stile degli Zimba di Aradeo, registrati sempre dal ricercatore calimerese e per la "Ferma ferma", versione della "Ferma zitella", arricchita però di una sestina in più.
I brani presenti in questo cd sono fortemente legati ad una tappa iniziale dell'Officina Zoè, spesso anche ripresi da quella grande esperienza che Donatello Pisanello, chitarrista, organettista, mandolinista, condivise con i radici negli anni Ottanta. Di questa esperienza troviamo almeno due brani, "Allu sciardinu" (nota anche come "Dumenica te portu" e "Anima bella".
Dal repertorio raccolto da Giuseppe Michele Gala e pubblicato nel cd "Le tradizioni musicali in Puglia vol. 3" dell'etichetta Taranta di Firenze viene la "Pizzica paccia", brano per organetto e percussioni sullo stile di Giovanni "Lu pacciu".
Dal primissimo repertorio del Canzoniere Grecanico Salentino viene "Camina ciucciu", incisa con il fondamentale apporto di Antonio Calzolaro al mandolino.
Di derivazione semicolta sono "Cali nifta" e "L'acqua ci te llavi", la prima scritta dallo studioso di cultura grecanica Vito Domenico Palumbo, la seconda riportata alla luce e interpretata dall'"usignolo di Lecce" Tito Schipa.
L'album
Per saperne di più si può andare sul sito della casa discografica Polosud, all'indirizzo www.polosudrecords.com.